La Business School per Commercialisti

Perché la PMI ha bisogno di parole chiare per avere credito

Un articolo di Valerio Malvezzi.
Tempo di lettura stimato: 4 minuti

Se leggi i miei articoli sono sicuro che, anche se non sono un tuo collega Commercialista, sono certo che condividerai questa mia immagine. Quanti tuoi colleghi se ne stanno lì, seduti nei loro uffici severi, o nei loro salotti, tutt'al più bivaccano in qualche oscura biblioteca, leggendo testi americani, e poi, quando meno te lo aspetti, intervengono nei dibattiti, e pontificano. Parlano in inglese, citano, documentano con dati statistici. Li vedi su Linkedin, che si affannano a far sapere ad altri che loro hanno letto due libri in più che sovente poco c'entrano con il nostro mercato, ma non importa. Oppure, che hanno frequentato il tal Master, che notoriamente c'entra meno ancora.

In fondo, finché a far tali discorsi sono i Commercialisti che su Linkedin pensano di vendere il loro prodotto ad altri consulenti, tutto sommato è il male minore. Il peggiore è quando lo dicono i politici, perché questi non pensano di vendere, ma ti cambiano le regole del gioco della vendita. Sono vent'anni che sento parlare del "piccolo è bello", della creatività dell'impresa italiana, della PMI.

Sì, certo, quello che conta è l'ultima riga del conto economico, ma quella riga, oggi, dipende dalla capacità di stare sui mercati internazionali. E non ci stai sui mercati internazionali se non hai una dimensione minima per competere e per avere quella dimensione, devi spendere del denaro che, se non ce l'hai, ti devi procurare.

Leggo con stupore dibattiti affascinanti sotto il profilo teorico, ma di nessuna utilità pratica per l'imprenditore. Persone che parlano di mercato di capitali, come se in Italia per la piccola impresa ve ne fosse anche un altro alternativo a quello del capitale di debito (delle banche, insomma).

Ora, chi dice queste cose vive nelle torri d'avorio, parla di una internazionalizzazione che ha letto sui libri e di una ricerca applicata che ha visto nei documentari.

E poi tu, per il tuo imprenditore cliente, cosa fai?

Vai a un convegno, in cui ascolti questi grandi esperti, invitati magari dal Presidente dell'associazione di turno. Oppure, partecipi di malavoglia al seminario, in cui ti raccontano, in un linguaggio per iniziati, che le cose non vanno poi così male.

Magari, vieni a sapere che le nuove regole di Basilea 3 modificano i requisiti patrimoniali delle banche e tu uscendo ti chiedi: "tutto bene, ma a me, in fin dei conti, che me ne frega?".

Esiste una bella differenza tra coloro che parlano di cose che hanno letto e coloro che raccontano di cose che hanno visto.

Ricordo di aver sentito ricercatori che dicevano che il credit crunch (la restrizione creditizia) non c'era. Semplicemente, non avevano mai messo piede in una azienda.

Altri, spiegare con dovizia di particolari che la concessione del credito dipende oggi solamente dal rating. Semplicemente, non avevano mai messo piede in una banca.

Altri ancora, in una recente seduta di Laurea, hanno fatto spiegare a un povero candidato che in Italia, negli ultimi anni, la pressione fiscale era scesa. Semplicemente, non avevano mai parlato con un imprenditore.

Quando, da commissario della seduta di Laurea, ho letto quelle slide, sono rimasto con la mandibola spalancata, pensando a quanto, da professionista, avevo visto la mattina stessa in un'impresa. Per loro fortuna, vi erano solo altri professori e i parenti del ragazzo, tutti pronti ad applaudire.

Ma l'Italia vera, quella che produce, non è quella dei convegni, dei seminari e delle sedute di Laurea. E tu, Commercialista, quando su alcune materie vuoi approfondire, ti ritrovi spesso dei marziani che dicono cose a te aliene, ti rappresentano una realtà che, semplicemente, non esiste.

Io mi rifiuto di stare a questo gioco, fatto di idiozie.

Immagine

 

Stiamo parlando di credito?

Ebbene, basta cianciare. Si tratta di un volgare commercio.

Come ogni commercio, ha le sue regole. Mi annoiano a morte i moralisti, quelli che sanno solo dire che la banche sono cattive. Bravi, lo avete detto, e poi?

Parimenti mi annoiano i soloni, quelli che citano modelli finanziari che esistono in altre realtà. Bravi, in Canada funzionerà anche così, e allora?

All'imprenditore italiano, interessa capire le cose concrete, pratiche: gliele vuoi dire?

Interessa capire perché facendo alcune cose ottiene il credito, e facendone altre, invece, no.

Il succo del discorso è che non puoi più ragionare come un tempo, andando in banca solo quando ne hai bisogno.

Al contrario, devi imparare il linguaggio della pianificazione finanziaria, e convincerti che è una necessità.

Roba difficile? Assolutamente no.

Basta volere farsi capire, da una parte, e aver voglia di conoscere, dall'altra.

Si tratta di parlare di cose concrete.

Io lo chiamo parlare di grasso, torni e banconote,  perché la finanza vera, quella sana, deve finanziare le cose concrete, quelle che producono, quelle mosse da mani sporche di grasso.

La finanza spiegata in inglese, avete già visto, negli ultimi anni, dove ci ha portato.

Guarda il video di approfondimento che ti ho preparato:

Se le vostre mani producono utile, statene certi, si trova il linguaggio per farlo capire. Credetemi, si trova.

Se vuoi anche tu negoziare con la banca la miglior forma di finanziamento per la tua azienda, se vuoi anche tu imparare il linguaggio delle banche,  iscriviti ad una lezione di prova gratuita del corso MasterBANK.

Buon lavoro.

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